18 giugno 2025
La straordinaria accoglienza e la cordialità di chi mi ha ospitato a Buonalbergo è proseguita durante la cena condivisa (con me c’era Annie, la pellegrina che ho incrociato ieri) e la colazione alle 6.00 di questa mattina.
Era attesa pioggia e io ero un po’ preoccupato. La tappa fino a Celle di San Vito è già impegnativa per la lunghezza (circa 30km) e il dislivello (circa 1000 metri). Con la pioggia come sarebbero stati i sentieri in mezzo ai campi? I torrenti da guadare? Le previsioni dicevano “pioggia debole” dalle 7.00 alle 9.00, “allerta arancione” dalle 14.00. Dovevo arrivare a Celle di San Vito entro le 14.00!
Alle 6.15 mi sono messo in cammino con Annie fino a piazza Garibaldi nel centro di Buonalbergo. Poi l’ho lasciata e ho continuato spedito. Mentre mi dirigevo verso Casalbore è spuntato l’arcobaleno: un buon presagio per la giornata?
A Casalbore, in provincia di Avellino, non pioveva. Ho fatto una pausa al bar pensando che le grosse nuvole nere stessero rinunciando all’idea di rovesciare acqua sui miei passi. Sono ripartito con il cuore più leggero.
Alle 7.50 è iniziata la pioggia: non forte ma fastidiosa. Ecco i sentieri che diventavano fango, la vegetazione sul sentiero che si piegava frustandomi le gambe… Mentre pioveva ho rivisto Annie, ferma sotto un albero a cercare come abbreviare la tappa. Io sono sceso, in mezzo ai campi, fino al primo torrente da guadare. C’era acqua ma, stando attenti, si poteva passare. Ovviamente sono scivolato inzuppandomi tutte le scarpe.
Dopo il secondo torrente non ho trovato le indicazioni per continuare sul sentiero corretto e mi sono ritrovato ad arrampicare tra rocce e rovi. Sono ritornato sui miei passi e ho ritrovato la strada.
Il bellissimo paesaggio collinare di campi coltivati mi ha tenuto compagnia per tutta la giornata. Il colore cupo delle nubi faceva risaltare in modo nuovo e suggestivo l’oro del frumento. Dovunque mi girassi, quello che vedevo mi emozionava.
Intanto aveva smesso di piovere e io mi avventuravo nel parco eolico di Greci. Guardavo incantato le mastodontiche turbine eoliche che mi stavano accanto. Assorto nei miei pensieri sentivo solo il rumore delle pale che si muovevano.
Alle 12.35 entravo in Puglia, mentre le nubi ricominciavano ad essere minacciose. Mi sarei fermato volentieri per qualche altra sosta ma non avevo tempo. Mancavano ancora almeno 5 chilometri! Una volta raggiunto il punto più alto della giornata mi si è aperto davanti agli occhi il panorama: in fondo si vedeva il Tavoliere della Puglie con in primo piano Castelluccio Valmaggiore; a sinistra. arroccato sui monti Dauni, il borgo di Faeto.
Sono sceso. Solo alla fine è comparso Celle di San Vito, la meta. Alle 14.10 entravo in paese e non pioveva ancora.